Un uragano di emozioni

Le ultime settimane prima del nostro rientro in Svizzera sono state dedicate principalmente a salutare le tante persone con cui abbiamo condiviso il nostro cammino ad Haïti.

Dopo quasi 3 anni trascorsi assieme, molti sono diventati nostri amici, parte della famiglia. Al momento di salutarli, sia noi che loro, ci siamo resi conto di quanto il legame formato sia diventato intenso e genuino. In particolare vedere scoppiare in lacrime uomini, donne e giovani, ci ha emozionato profondamente perché abbiamo realizzato di aver costruito qualcosa che ci unirà sempre, nonostante le distanze.

Come ultimo incontro sono state svolte diverse attività: le suore di Miragoâne ci hanno invitato ad una celebrazione intima con un cenetta finale, con le suore di Anse-à-Veau siamo andati al mare, con gli ospiti dell’associazione ASPISS si è fatto un piccolo atelier di pittura, al Village Misericorde abbiamo dipinto assieme agli abitanti un grande logo sul muro vicino all’entrata, con le infermiere del centro di salute abbiamo condiviso un aperitivo con prodotti locali, con le giovani mamme siamo passate di casa in casa a salutarle, con i collaboratori del BDE abbiamo insegnato loro a fare la pizza, Père Yves ha organizzato per noi un piccolo, ma toccante momento di musica folcloristica, cantata e suonata da un suo collaboratore-artista. Inoltre, quasi tutti i poveri che erano abituati a venire a chiedere aiuto a casa, sono passati per salutarci e alcuni ci hanno portato della frutta come regalo.

Prima di partire abbiamo anche dovuto salutare i nostri cari animali, in particolare la gatta Mimi, la capra Birba e il cane Mango che hanno ci hanno riempito di gioia e ci mancheranno tanto. Anche loro sono stati un grande regalo che ha reso la missione ancora più bella. Avremmo voluti portarli tutti con noi, ma non sarebbe stato possibile.

Durante il viaggio di ritorno, al primo scalo in Repubblica Dominicana, è stato strano ritrovarsi per la prima volta dopo tanto tempo in mezzo ad un gruppo in persone composto in maggioranza da turisti occidentali. Ci siamo sentiti quasi a disagio a non essere più i soli bianchi tra persone di colore. Tra i tanti messaggi e ringraziamenti di addio ricevuti, molti ci hanno detto che per loro non eravamo più stranieri, ma degli haitiani bianchi. « Abbiamo sentito che vi siete veramente preoccupati per noi, non solo per portare un aiuto e poi andare, come fanno tante organizzazioni ».

La missione continuerà con Nadia e Sandro e i collaboratori locali che ci hanno promesso di prendere ancora più in mano il lavoro svolto finora. Noi cercheremo di seguire anche a distanza e continuare a sostenere in particolare le giovani mamme e i malati in modo da offrire almeno le cure di base e una formazione professionale che possa esserle utile per il loro futuro. Nonostante tutto non si può infatti dire che ora se la passino bene, sopravvivono, ma sempre con il rischio di tornare nella miseria ad ogni difficoltà imprevista che potrebbe presentarsi.

Certamente uno degli insegnamenti importanti che portiamo a casa è quello che rispondere alle necessità di queste persone e di tutti i poveri in generale non è un compitino da fare qualche volta per sentirsi meglio, ma un atteggiamento da mettere costantemente in pratica. Il vantaggio ad Haïti è che è più facile riconoscere il prossimo, il bisognoso. In Svizzera si ha la tendenza a delegare questo lavoro agli istituti di cura, alle assicurazioni sociali, alle case anziani, a chi lo fa per professione.

Il primo anno della nostra missione, la stagione degli uragni era stata molto turbolenta con alcune tempeste che avevano colpito i Nippes. Quest’anno dal punto di vista climatico sembra più tranquillo, ma le emozioni sono state vieppiù intense, però al posto di causare disastri e distruzione hanno lasciano ricordi indimenticabili e piccoli ma significatici miglioramenti.

Tanti ci hanno chiesto se un giorno torneremo a trovarli. Più in là ci piacerebbe certamente ritornare per delle visite, perciò non si tratta di un addio, ma solo di un arrivederci, cara Haïti!

In questi anni, le molte attività e avventure sono state raccontate sul blog ufficiale, perlopiù scritto da Mery, che vi invitiamo ad andare a rivedere e che continuerà ad essere aggiornato dai nuovi missionari. Il futuro di questo blog invece non è ancora stato deciso, probabilmente non verrà più aggiornato, ma …

Approfittiamo di questo ultimo post, per ringraziare di cuore tutte le persone che ci hanno seguito in questi anni, in particolare Maurizio, Mauro e Sandro che quasi sempre hanno arricchito gli articoli con i loro interessanti commenti, chi ci ha scritto privatamente attraverso altri canali e chi ci è sempre stato vicino con la preghiera e il pensiero. Un grande, caloroso e sincero ringraziamento va a tutti coloro che hanno inviato delle donazioni con le quali abbiamo potuto aiutare tante persone. La maggior parte ha utilizzato in modo proficuo quanto ricevuto e si è dimostrata molto riconoscente.

Come ci diceva sempre Suor Marzia “Dios le pague!”

4 pensieri su “Un uragano di emozioni

  1. Maurizio

    Carissimi, per tre anni abbiamo vissuto con voi, condividendo un po’ di gioie e di dolori delle vostre giornate. Per quello che si può, vi siamo stati vicini anche con la preghiera. Abbiamo imparato a conoscere questa terra martoriata, dove vivono i più poveri tra i poveri. Ci siamo angustiati nel vedere i problemi quotidiani, divertiti davanti a certe situazioni improbabili, abbiamo ammirato il coraggio e la benevolenza delle suore, ci siamo sconfortati nel vedere l’atteggiamento di certi docenti, abbiamo sorriso assieme ai bimbi, abbiamo anche un po’ pianto di commozione e di tristezza. Insomma, ci siamo sentiti un po’ parte di questa vostra esperienza. Grazie, dal fondo del cuore, per averci coinvolti, per averci fatto riflettere, qualche volta anche sorridere, per averci fatto uscire dalle nostre giornate agiate, per essere stati testimoni, per averci raccontato la vostra vita.

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  2. Francesco

    Mi associo al commento di Maurizio. Non ho perso una “puntata” del blog, imparando le complessità di Haiti, una realtà (come spesso) in fretta dimenticata dopo essere stata per un certo periodo sotto i riflettori. Mi è piaciuto molto come avete mostrato le varie sfaccettature, come abbiamo potuto seguire il vostro lavoro e capire cosa sentite e seguire un po’ i vostri pensieri mentre vivete la vostra indimenticabile esperienza. Grazie mille quindi anche da parte nostra per averci permesso di conoscere una realtà così diversa dalla nostra.

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  3. Antonio Bottani

    Grazie Mary e Seba,
    ho letto i vostri racconti della vita su Haiti e la vostra missione che mi hanno permesso di conoscere una realtà ininmmaginabile e di partecipare alla vostra missione, che oserei dire impossibile, ma pur sempre preziosa. Una vicinanza alle famiglie haitiane non tanto materiale ma di condivisione, che con i vostri racconti mi avete permesso di vivere.
    Grazie e buon rientro.
    Antonio

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  4. carla

    Quasi inutile dirlo: grazie anche da parte mia. Quando arrivava un vostro nuovo articolo, il primo che lo leggeva dalla cucina, piuttosto che dall’ufficio, gridava all’altro « guarda che è arrivata una lettera dalla Mary e dal Seba! », perché bisognava leggerla subito. Segno che ci avete coinvolti, per l’affetto che abbiamo nei vostri confronti, perché quello che scrivete è vita vera, perché ci siamo affezionati a tutti i vostri haitiani, perché non vi manca una certa bravura nello scrivere. Di nuovo grazie e bentornati!!! … chissà che non troverete qualcosa da scrivere e insegnarci anche da qui. carla

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